GITA INTERSEZIONALE
Sabato 06 e Domenica 07 Luglio |
MONTE ADAMELLO (m.3539)
ITINERARIO STRADALE: Palazzolo s/O, Brescia, Rezzato Vobarno,
Vestone, Tione di Trento, Pinzolo, Carisolo.
PUNTO DI PARTENZA: Val di Genova – Malga Bedole
DISLIVELLO: Dal parcheggio (m.1584 ) - al rifugio Lobbia
(m.3020) – mt 1436, per la vetta m. 519
ORE DI CAMMINO SALITA: 1° giorno ore 4 ; 2° giorno ore 3,5
DIFFICOLTA’: E Escursionistico al rifugio, A Alpinistico per la
vetta
EQUIPAGGIAMENTO: per escursioni in quota al rifugio, alpinistico
per il resto dell’itinerario
PARTENZA: ore 5,30 sabato dal piazzale del Municipio (Transito
consentito in Val di Genova prima delle 8,30)
COORDINATORI: Gualtiero Sepati - Renzo Imberti
Necessaria la Prenotazione entro lunedì 1 luglio.
Dal malga Bedole (1584 m.) in breve si
giunge al rif. Collini (1641 m.), proseguire lungo la strada
sterrata. Alla fine della strada seguire il sentiero
(indicazioni rif. Caduti dell’Adamello), si traversa un
pascolo in mezzo alla valle (ponte su torrente, 1790 Mt.)
poi la traccia prende a salire (sentiero un po’ selvaggio
come manutenzione) in direzione del salto roccioso dove una
volta scendeva la lingua del ghiacciaio della Lobbia (ora il
fronte si è ritirato molto più in quota). Bella la vista
sulle cascate che precipitano dall’enorme e levigato gradone
di granito.
Transitati dall’ex malga Matarot si sale ancora raggiungendo
il costone roccioso, dove inizia il tratto attrezzato. Si
tratta di una corda metallica che facilita la progressione
(non che ce ne fosse un gran bisogno) su delle placche di
roccia levigate dal ghiacciaio. Stupenda e selvaggia la
vallata, pochissimo frequentata, di sapore tipicamente
adamellino.
Il tratto attrezzato prosegue un bel po’ fino a che giunti
su un gradone di roccia ci si affaccia sulla sottostante
vedretta della Lobbia. Si continua la salita (ora meno
ripida) costeggiando il ghiacciaio, poi si costeggia la
montagna apprestandosi all’evidente passo sulla destra (il
passo della Lobbia Alta), la traccia sfiora quasi il limite
del ghiacciaio e porta al passo (3030 m.), dove c’è una
casetta in legno.
Dal passo si svalla e poche decine di metri a destra c’è lo
storico rifugio della Lobbia (3020 m.), che una volta era
addossato al ghiacciaio del Mandrone, ora parecchie decine
di metri più in basso.
Il giorno dopo, dal rifugio si scende sul ghiaione fino alla
superficie del ghiacciaio, si traversa il breve tratto che
conduce dall’altra parte del colatoio ghiacciato che scende
dal passo. Scendere lungo i sassi della morena fino a
giungere all’enorme ghiacciaio principale (attenzione al
crepaccio terminale).
Si inizia a percorrere il pianoro ghiacciato verso sud-ovest
(crepacci) salendo gradatamente. Qui il paesaggio è monotono
ma superbo, una grandissima distesa di ghiaccio, larga
chilometri, e si procede attorniati dalle cime rocciose che
la contornano (Cresta Croce e Corno Bianco su tutti). La
traccia si dirige verso la parte alta del pianoro, detta
Pian di Neve (in territorio lombardo). Giunti nella zona
detta Passo Adamè (3128 Mt., in realtà non è un passo, solo
una poco marcata depressione del ghiacciaio) si compie una
virata a destra (direzione ovest) verso il già visibile
monte Adamello, si percorre ora il Pian di Neve. A sinistra
è visibile sul margine del ghiacciaio (a distanza) la bassa
cresta rocciosa dei corni di Salarno, facendo bene
attenzione c’è una bivacco arancione sulle rocce affioranti,
è il bivacco Giannatonj (3168 Mt.) che dispone di 6 strette
cuccette (solo per emergenza).
Si prosegue tenendosi pressappoco al centro del Pian di Neve
poi, prima di arrivare sotto la piramide della vetta ci sono
due possibilità: salire dalla cresta Sud Ovest (in tal caso
seguire la traccia che va a sinistra della vetta, per poi
attaccare la cresta, è presente poco distante dall’attacco
della cresta un altro bivacco, l’Ugolino Ugolini), oppure
dalla cresta a destra della vetta, la cresta est.
Dirigersi a destra risalendo il pendio che porta ad una
selletta che intaglia la cresta, visibile già dal basso.
Giunti alla fine del pendio, poco sotto la sella (3450 Mt.)
attaccare le roccette a sinistra (c’è anche una traccia poco
marcata nei tratti su terra) che con dei bei passaggi fanno
salire gli ultimi 100 metri di quota, giungendo in breve in
vetta, dove sono poste numerose croci.
La discesa per lo stesso percorso fino a sotto il rifugio
della Lobbia (non salire fino al rifugio, mantenersi sotto,
sul ghiacciaio). Poi proseguire lungo la lingua della
vedretta del Mandrone, che man mano si assottiglia; giunti a
delle placche rocciose sul margine destro (scendendo) della
vedretta (indicazioni in vernice che dicono di attraversare)
prendere a traversare la lingua, facendo attenzione ai
crepacci, e puntando all’altra sponda. Si giunge dopo 25
minuti di traversata alle rocce dove parte il sentiero che
seguiremo in discesa, si possono togliere i ramponi.
Il sentiero in 1 ora di discesa porta al rifugio Città di
Trento al Mandrone (2449 m.), ma lungo il tragitto
soffermarsi al piccolo laghetto poco sotto il rifugio, dove
si specchiano le tre piramidi delle Lobbie.
Dal rifugio si scende lungo l’evidente sentiero verso il
rif. Collini, subito dopo la partenza dal Città di Trento è
possibile visitare un bel cimitero di guerra austriaco, ben
conservato. Poco dopo, sempre lungo il sentiero, c’è una
vecchia costruzione riadattata a osservatorio glaciologico,
in pratica un piccolo museo con dati, rilevazioni,
ricostruzioni e stime sui ghiacciai della zona, e dei
pannelli didattici.
La discesa prosegue lungo il sentiero, attrezzato in alcuni
punti panoramici con delle panchine, si debbono affrontare
centinaia di piccoli tornanti, poi si cala fino al rado
bosco di larici, e in breve si sbuca al rif. Collini al
Bedole.
Lungo la sterrata in pochi minuti si giunge alla Malga
Bedole, dove si era parcheggiata macchina. |
|