GITA  SOCIALE                               Sab. e Dom. 4-5 LUGLIO

 

CIMA DELL’ALTISSIMA (m 3480)

  ITINERARIO STRADALE: Palazzolo s/O – Trento – Bolzano – Merano – Plan in Passiria

  PUNTO DI PARTENZA: Plan (m. 1640)

  DISLIVELLO: 1° giorno m. 1240 – 2° giorno m. 600

  ORE DI CAMMINO SALITA: 1° giorno ore 4 – 2° giorno ore 2

  DIFFICOLTA’: E Escursionistico al rifugio, A Alpinistico per la vetta

  EQUIPAGGIAMENTO: per escursioni in quota al rifugio, alpinistico per la vetta

  PARTENZA: sabato dal piazzale del Municipio alle ore 6.00

  COORDINATORI: Roberto  Scubla (cell. 3478848691) – Oliviero Marzoli

 

1° GIORNO: RIFUGIO PETRARCA, m2875

Dopo aver parcheggiato la macchina a Plan in Passiria, ci portiamo in direzione dell’abitato di Lazins e, tenendo il Rio di Plan alla nostra destra, arriviamo, in circa un’ora, alla Malga di Lazins. Dalla Malga prendiamo il sentiero 8 che, con molta pendenza e tanti tornanti, ci porta a superare il salto roccioso.

A m. 2014 arriviamo al bivio con il sentiero 40, per Passo di Lazins; lasciamo il sentiero 40 alla nostra sinistra e proseguiamo con il sentiero 8 passando, a m. 2571, per un baito, situato in un pianoro. Proseguiamo per il solito sentiero intersecando, ad un certo punto, il sentiero 44 che proviene dal Rifugio Plan. Il nostro sentiero continua sulla dorsale sottostante l’Altissima ed arriva infine al Rifugio Petrarca (m. 2875).

Dopo esserci ristorati e riposati possiamo decidere di proseguire raggiungendo in breve il Passo Gelato (m. 2895), dove potremo ammirare il versante opposto di risalita, quello dalla Val Senales. Dietro al Rifugio Petrarca si innalza la maestosa cima dell’Altissima (Hohe Wilde), m. 3480.

2° GIORNO: HOHE WILDE, L’ALTISSIMA, m 3480

Prendiamo il sentiero per la vetta che si stacca subito sul retro del rifugio e sale relativamente tranquillo. Un nastro di terra tra rocce picchettate di fiori. Poco sopra il rifugio il sentiero costeggia, sulla sinistra orografica, una piccola conca occupata da un laghetto ed una lingua glaciale scende fino ad esso.

Il sentiero, in capo ad una mezz’oretta si fa piuttosto esposto, ma resta relativamente tranquillo. E’ sempre ben segnalato ed è impossibile sbagliare. Troviamo due tratti asserviti da un canapone di nylon nero. Lungo il sentiero si trovano anche due fili tesi con bandiere di preghiera buddiste, molto colorate. La roccia offre sempre ottima presa anche da bagnata. In tre quarti d’ora arriviamo ad un colletto, occupato da una lingua di neve. Di fronte a noi una diagonale in discesa ripidissima ed occupata da un ghiacciaio. Siamo ora ben oltre i m. 3000 e, dalla lingua di neve, la salita continua sulla nostra sinistra, dove in capo a pochi passi ricominciano le rocce a sfasciume. Il sentiero qui è quasi perso, ma poi torna ben visibile. Troviamo un altro tratto con il canapone ed in breve raggiungiamo la grande Croce della vetta: 600 metri dal rifugio. La Croce è scatolata a pannelli di rame, con quattro trefoli tiranti. Reca alcune scritte in tedesco (ufficiali, non scarabocchi). La cima dell’Altissima (m. 3480) è un vero pilastro d’angolo della cresta di confine. La sua elevazione sembra quasi irridere quella sconvolta successione di creste e valli che le si para davanti e che va sotto il nome di Trentino – Alto Adige. E’ uno di quei punti dai quali si può ammirare un immenso panorama che si estende dolcemente verso la Pianura Padana , il tutto circondato da vette più o meno alte che ne fanno da stupenda cornice.

La discesa avviene per la stessa via di salita, facendo molta attenzione alla forte pendenza.